Tv pirata e conseguenze per l’utente abusivo
- Avv Aldo Lucarelli
- 24 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
In caso di abbomanti o collegamenti pirata a Pay-tv a pagamento quali sono le conseguenze per l’utente finale?
L'utilizzo di abbonamenti pirata per la visione di
contenuti a pagamento (come nel caso dell'IPTV, noto come "pezzotto") costituisce un reato e può comportare conseguenze legali significative per l'utente finale.
Ecco i principali rischi che i clienti abusivi possono affrontare:
1. Sanzioni Penali:
La legge sul diritto d'autore punisce l'utilizzo fraudolento di apparati per la decodificazione di trasmissioni audiovisive. Le pene possono arrivare fino a 3 anni di reclusione e multe che possono superare i 25.000 euro. In alcuni casi, si è parlato anche di pene più severe, a seconda del contesto e della gravità del reato. (Art 171 e segg legge 633/1941).
Vi sono poi le ipotesi di reato di accesso abusivo a sistema informatico 615 ter cp e frode informatica 640 ter.
Confisca dei dispositivi: In caso di condanna, le autorità possono disporre la confisca dei dispositivi utilizzati per la fruizione dei contenuti pirata, come televisori, decoder, computer o smartphone.
2. Sanzioni Amministrative:
La visione di contenuti protetti da copyright attraverso canali non autorizzati espone l'utente a sanzioni amministrative. Le multe possono variare, ma in caso di recidiva possono raggiungere anche i 5.000 euro.
Risarcimento danni: Le società detentrici dei diritti (le pay-tv) possono agire in sede civile per ottenere il risarcimento dei danni subiti, che possono ammontare a diverse migliaia di euro.
3. Rischi Tecnici e di Sicurezza:
I servizi di streaming pirata sono spesso veicoli per la diffusione di malware e virus, mettendo a rischio i dati personali e la sicurezza dei dispositivi utilizzati.
Attacchi hacker: L'utilizzo di piattaforme illegali espone gli utenti a rischi di attacchi informatici e furto di dati sensibili e furto di dati 📊
Ma Cosa c'è di nuovo?
Negli ultimi anni, grazie a nuove leggi e all'evoluzione delle tecnologie investigative, le forze dell'ordine e le società titolari dei diritti sono diventate molto più efficaci nell'identificare e sanzionare gli utenti finali.
Le indagini non si limitano più a colpire solo chi trasmette illegalmente, ma risalgono con facilità anche agli acquirenti dei servizi pirata, tracciando i pagamenti e gli indirizzi IP, basta leggere la cronaca di settembre 2025.
Le recenti operazioni di Guardia di Finanza e Polizia Postale, che hanno portato all'identificazione e alla sanzione di migliaia di utenti, dimostrano che il rischio di essere scoperti è diventato molto concreto.

ma quali sono le norme violate?
La Legge n. 633 del 22 aprile 1941 (Legge sul diritto d'autore):
L’ Art. 171-ter è una delle disposizioni centrali. Punisce chiunque, a fini fraudolenti, installa o utilizza apparati (come un decoder pirata o un servizio IPTV illegale) per la decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato. La pena può essere la reclusione e una multa.
L’Art. 171-octies: norma fondamentale, in quanto si riferisce specificamente all'utilizzo fraudolento di apparati o codici di accesso per la visione di programmi a pagamento.
La Legge n. 93 del 14 luglio 2023 ("Legge anti-pirateria"): tale legge ha introdotto modifiche significative alla normativa esistente, inasprendo le sanzioni e ampliando i poteri dell'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per contrastare più efficacemente il fenomeno.
Le principali novità sono:
Ultimamente si é giunti alI’inasprimento delle sanzioni per l'utente finale: La legge ha aumentato la sanzione amministrativa pecuniaria per chi fruisce illegalmente di contenuti audiovisivi, portandola fino a 5.000 euro.
Esiste poi il “Blocco dinamico" delle trasmissioni: L'AGCOM ha ottenuto il potere di ordinare il blocco immediato (entro 30 minuti) delle piattaforme di streaming pirata, in particolare durante gli eventi sportivi in diretta.
É opportuno però soffermarsi sulla differenza tra reato e illecito amministrativo:
È importante distinguere tra la sanzione penale e quella amministrativa.
Il reato penale (reclusione e/o multa salata) è solitamente contestato a chi vende, distribuisce o gestisce i servizi pirata, in quanto la loro condotta è finalizzata al lucro e alla diffusione illecita su larga scala.
L'illecito amministrativo (multa) è quello che viene contestato più frequentemente all'utente finale che acquista l'abbonamento per uso personale, senza scopo di lucro. Tuttavia, la giurisprudenza ha anche riconosciuto in alcuni casi la possibilità di contestare il reato penale anche all'utente finale, a seconda della gravità del fatto e del contesto o se tale utente abbia ad esempio un civile o o una attività che a sua volta diffonde il servizio pirata. In tali casi si può arrivare anche a disposizioni di chiusura da parte dell’autorità.
Quindi per concludere l'utente finale di un abbonamento pirata ove individuato viola sia la legge sul diritto d'autore (con specifiche disposizioni penali e amministrative) sia la più recente legge anti-pirateria, che ha reso le sanzioni più severe e il rischio di essere scoperti molto più alto.
Le disposizioni sulla violazione del diritto di autore colpiscono svariati comportamenti sia da parte degli autori che degli intermediari che dell’utente finale, con possibilità anche di ravvedimento e ammorbidimento delle sanzioni in caso di collaborazione. (Articoli da 171 e seguenti della legge 633/1941).
L’analisi del singolo caso quindi é determinante per comprendere il tipo di illecito e di sanzione a cui si potrebbe essere esposti anche in modo incolpevole.
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