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674 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Medicina e Chirurgia Al via il semestre filtro anche per i laureati in altre discipline

    il semestre filtro è obbligatorio anche se si é già in possesso di una laurea La riforma dell'accesso a Medicina (e Odontoiatria e Veterinaria), in vigore dall'anno accademico 2025/2026, prevede che tutti gli studenti che intendono accedere al secondo semestre di questi corsi di laurea debbano necessariamente superare gli esami del semestre filtro. Il semestre filtro ha sostituito il precedente test d'ingresso per medicina La selezione per l'accesso al secondo semestre non si basa più su una prova iniziale, ma sul superamento di esami specifici (Biologia, Chimica e Propedeutica Biochimica, Fisica) durante il primo semestre universitario. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato   Prevista una Graduatoria nazionale : Il punteggio ottenuto in questi esami contribuirà a una graduatoria nazionale. Solo chi si posiziona utilmente in questa graduatoria potrà accedere al secondo semestre di Medicina è ciò in vista di una Uniformità del percorso : Semestre filtro per anche per laureati Il sistema è stato concepito per garantire un percorso di selezione uniforme e basato su conoscenze accademiche acquisite all'interno dell'università, non più su un test "esterno" preliminare. Cosa cambia uno studente già laureato ? Come accennato in precedenza, il vantaggio sarà nel potenziale riconoscimento dei Crediti Formativi Universitari (CFU). Una volta superato il semestre filtro ed eventualmente ammesso a Medicina, si potrà presentare richiesta all'università per la convalida degli esami sostenuti durante il percorso di pregresso. Leggi il blog in diritto farmaceutico Questo potrebbe significare di non dover sostenere nuovamente esami che si sono già superati e che sono considerati equivalenti , ed ottenere quindi l’ammissione ad anni successivi al primo tramite il meccanismo dei CFU riconosciuti a seconda delle specifiche politiche dell'ateneo dí riferimento  Quindi il semestre filtro è un passaggio obbligato per tutti coloro che aspirano a Medicina dal 2025/2026, indipendentemente dalla loro formazione pregressa. É opportuno precisare però che il “semestre filtro" per l'accesso a Medicina non ha una validità in sé che si estende nel tempo come un punteggio del test che si possa spendere per anni. Cerca il tuo caso tra quelli già risolti con il motore di ricerca del blog Il semestre ha infatti preso il posto dei test ed é valido per l'anno accademico in corso: Il semestre filtro è concepito come un percorso di selezione che si svolge nel primo semestre dell'anno accademico (settembre-novembre, con esami a novembre e dicembre). Il superamento degli esami di questo semestre permette di concorrere per l'accesso al secondo semestre di Medicina (o Odontoiatria/Veterinaria) ma per quello stesso anno accademico. Sei stato escluso da un concorso o da una graduatoria ? Consultaci per valutare un rimedio 🤔  Ecco quindi che tramite il semestre filtro si accede ad una graduatoria annuale  nazionale.  Il sistema prevede la possibilità di ripetere il semestre filtro per un massimo di tre volte, anche in anni accademici non consecutivi. il costo per l’iscrizione é di 250 euro per l’anno 2025 e le iscrizioni scadono il 25 luglio. ( Vedi il decreto 431/2025) Leggi lo speciale del sito per concorsi ed esami Può anche accadere di superare gli esami ma di non essere in posizione utile per l’ingresso.  In tal caso i CFU acquisiti possono essere riconosciuti per il corso di laurea "affine" che indicato al momento dell'iscrizione al semestre filtro (ad esempio, Farmacia, Biologia, Biotecnologie, ecc.) per non perdere completamente il lavoro svolto e i crediti acquisiti. In conclusione, il semestre filtro è un meccanismo di selezione "stagionale". Superarlo apre le porte della graduatoria per quell'anno accademico. Studio Legale Angelini Lucarelli Legale per Concorsi Pubblico ed Esami di Stato Avv Aldo Lucarelli

  • Il ruolo chiave del direttore di farmacia

    chiarito che ogni farmacia deve avere un direttore che ne sia l’unico responsabile da un punto di vista sanitario farmaceutico affrontiamo il tema della sostituzione temporanea del direttore per casi ordinari come le ferie. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Il ruolo del direttore oggi che le farmacie possono essere di proprietà di società costituente anche da non farmacisti é un ruolo chiave per il funzionamento della farmacia come azienda sanitaria, presidio del cittadino. La sostituzione del direttore di farmacia per le vacanze estive, come per altre tipologie di assenza temporanea, è una procedura ben definita dalla normativa italiana, in particolare dall' Art. 11 della Legge 362/1991 e successive modifiche . segui il blog sui social Ecco come funziona, in sintesi: 1. Requisiti del Sostituto: Il farmacista sostituto deve essere iscritto all'Ordine professionale dei Farmacisti . Deve possedere il requisito dell'idoneità  previsto dall'Art. 12 della L. 475/1968 e successive modifiche. 2. Domanda di Autorizzazione alla ASL o ASP competente Il titolare/direttore della farmacia che intende assentarsi deve presentare un'apposita istanza alla ASL competente per territorio . L'istanza deve indicare chiaramente il periodo di assenza  e il nome del farmacista sostituto . È necessario allegare la documentazione richiesta , che spesso include: Autocertificazione del farmacista sostituto attestante il possesso dei requisiti. Certificato di iscrizione all'Albo professionale del sostituto (se non già collaboratore della farmacia o se iscritto in altra provincia). Il preavviso per la presentazione della domanda può variare, ma è consigliabile farlo con almeno 15-30 giorni di anticipo  rispetto alla data di inizio dell'assenza. Alcune ASL indicano termini specifici, come 15 giorni per sostituzioni superiori a 3 giorni. La sostituzione del direttore della Farmacia per l'estate La sostituzione del direttore della Farmacia per l'estate 3. Motivazione della Sostituzione: Le ferie sono una delle motivazioni legittime per richiedere la sostituzione temporanea del direttore. Altre motivazioni includono infermità, gravi motivi di famiglia, gravidanza, adozione, servizio militare, chiamata a funzioni pubbliche elettive, ecc. 4. Durata della Sostituzione: Per le ferie, la normativa non pone un limite massimo di durata specifico come per altre motivazioni (es. gravi motivi di famiglia, che non possono superare i tre mesi in un anno). Si intende, quindi, che il periodo di sostituzione sia commisurato al periodo "normale" di ferie annuali. Alcune fonti indicano un periodo massimo di 30 giorni per le ferie. ww 5. Ruolo del Sostituto: Il farmacista che sostituisce temporaneamente il direttore deve personalmente attendere alla direzione della farmacia  per tutta la durata dell'assenza. Assume quindi la piena responsabilità professionale e operativa della farmacia. 6. Accettazione della Sostituzione: Il farmacista sostituto deve firmare per accettazione sulla modulistica presentata alla ASL. 7. Silenzio-Assenso e Diniego: In molti casi, si applica la procedura del silenzio-assenso , il che significa che se la ASL non risponde entro un certo termine (spesso 15 giorni dalla presentazione dell'istanza), la sostituzione si intende autorizzata. Tuttavia, la ASL ha la facoltà di comunicare un eventuale diniego motivato. 8. Adempimenti Post-Sostituzione: Alcune ASL potrebbero richiedere una comunicazione di fine sostituzione al rientro del direttore titolare. Leggi il blog in diritto farmaceutico ed aziendale Importante precisare che: Le procedure specifiche e la modulistica possono variare leggermente da una ASL all'altra . È sempre consigliabile consultare il sito web della propria ASL di riferimento o contattare l'Ufficio Assistenza Farmaceutica Territoriale per ottenere le informazioni più aggiornate e precise per la propria zona. Anche l'Ordine dei Farmacisti provinciale può fornire supporto e chiarimenti in merito alla procedura. In sintesi, per la sostituzione del direttore di farmacia per le vacanze estive, il punto cruciale è la richiesta di autorizzazione preventiva alla ASL competente , con la nomina di un farmacista sostituto qualificato che si assumerà la piena responsabilità della direzione durante il periodo di assenza. Leggi il blog  o contattaci per ogni questione che riguarda la Tua farmacia Prima di chiudere una precisazione,   non sembra possibile avere due direttori part-time in una stessa farmacia . La Legge 362/1991 (e successive modifiche, anche a seguito della Legge Concorrenza 124/2017), prevede che: Ci sia un solo direttore responsabile per farmacia:  La figura del direttore di farmacia è unica e deve garantire la presenza piena e ininterrotta  per tutta la durata dell'orario di apertura dell'esercizio. Questo perché il direttore ha responsabilità fondamentali legate alla conduzione professionale e sanitaria della farmacia, nonché alla supervisione del personale e alla corretta dispensazione dei farmaci. Il contratto del direttore deve garantire la presenza costante:  Il Ministero della Salute ha chiarito in diverse occasioni che il contratto del direttore non può essere a tempo parziale proprio per assicurare questa presenza costante. Un contratto part-time non garantirebbe la continuità della direzione. Sostituzione temporanea:  L'unica eccezione è la sostituzione temporanea del direttore per assenze specifiche e motivate (ferie, malattia, ecc.), come abbiamo discusso in precedenza. In questi casi, un altro farmacista idoneo e autorizzato assume la direzione per il periodo di assenza, ma si tratta pur sempre di un unico direttore in un dato momento, come affermato sopra. La ratio della norma è garantire la massima professionalità e sicurezza nel servizio farmaceutico sicché è da considerare escluso sia che una stessa persona ricopra l’assorbente ruolo di direttore in più farmacie sia l’utilizzo di forme contrattuali che non ne garantiscano una presenza piena e ininterrotta in sede. La presenza di un direttore unico e sempre presente assicura: La supervisione costante delle attività. La responsabilità chiara in caso di problemi o illeciti. La garanzia di un punto di riferimento qualificato per pazienti e collaboratori. Se si consentissero due direttori part-time, si creerebbe una frammentazione delle responsabilità e una potenziale discontinuità nella gestione che il legislatore ha voluto evitare. Studio Legale Angelini Lucarelli Avv. Aldo Lucarelli

  • General Contractor ed il riaddebito delle spese

    In linea di principio un General Contractor (GC) può quantificare e inserire in fattura un costo relativo alla propria attività di coordinamento. Tuttavia, il punto cruciale è che tale voce di costo, se intesa come un "margine" o un "ricarico" applicato sulle prestazioni di altri soggetti (professionisti o imprese) a titolo di "mero coordinamento", NON è detraibile ai fini del Superbonus 110%. Segui la pagina sui social Attività di "mero coordinamento" (non detraibile): Se il General Contractor fattura una voce specifica come "spese di coordinamento", "oneri di gestione progetto" o "margine GC" che rappresenta il suo guadagno o ricarico sull'attività di coordinamento di professionisti e imprese terze (di cui il committente pagherebbe già le prestazioni dirette), tale importo non può essere incluso nel calcolo del Superbonus 110%. Leggi qui l’articolo dedicato In questo caso, il GC può emettere la fattura includendo questa voce, ma il committente dovrà essere consapevole che su quella parte specifica del costo non potrà beneficiare della detrazione del 110%. Hai un quesito? Cerca nel blog o contatti senza impegno Ció significa che, nell'ammontare complessivo su cui il committente applicherà la detrazione o richiederà lo sconto in fattura/cessione del credito, tale importo dovrà essere escluso. Per Prestazioni tecniche dirette del General Contractor (detraibili se rientranti): Se General Contractor è egli stesso un professionista (es. ingegnere, architetto) e svolge direttamente alcune delle prestazioni tecniche agevolabili (es. progettazione, direzione lavori, asseverazioni, relazioni tecniche), allora i compensi per queste specifiche prestazioni dirette sono detraibili. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato In questo caso, la fattura dovrà distinguere chiaramente queste prestazioni, indicando che si tratta di onorari professionali per servizi specifici. Tali importi dovranno rispettare i massimali previsti dal D.M. Parametri. Il General Contractor può agire anche da intermediario nel pagamento delle spese per conto del committente, riaddebitando poi tali costi (ad esempio, le fatture dei professionisti o delle imprese) al committente ma il riaddebito deve avvenire "a costo", senza alcun ricarico da parte del GC. La fattura del GC dovrà esplicitare che si tratta di un riaddebito di costi già sostenuti e documentati. Su questi costi "a costo" sarà possibile applicare il Superbonus. General Contractor ed il riaddebito delle spese La fattura del General Contractor deve essere il più chiara possibile, distinguendo le diverse voci di costo ed evitare le voci generiche sé poi il General contractor vuole remunerare la sua attività di "puro coordinamento" con un margine, è consigliabile che questa voce sia esplicitata e che sia chiaro che non rientra nel Superbonus. Questo costo sarà interamente a carico del committente. Studio Legale Angelini Lucarelli Diritto per l’impresa Avv Aldo Lucarelli

  • Iter di apertura della Farmacia

    Affrontiamo un tema sempre molto caldo ovvero  quali sono i passi per aprire una farmacia e quali sono le incognite del percorso di apertura per un farmacista individuale oppure per una società Se non hai tempo di leggere oppure hai un dubbio contattaci Farmacista Titolare individuale o Società titolare di farmacia Per prima cosa é opportuno accendere un faro su una distinzione che sta passando in secondo piano ma che invece si rivela essenziale in tema di #farmacia ovvero la distinzione tra farmacista titolare come individuo con ditta individuale e farmacia in forma societaria La Legge 124 del 2017 (Legge sulla Concorrenza) ha rappresentato una svolta epocale nel panorama delle farmacie italiane, introducendo la possibilità per le società di capitali di essere titolari di farmacie. Prima di questa legge, la titolarità era limitata ai farmacisti persone fisiche (ditta individuale) e alle società di persone (S.n.c., S.a.s.) composte esclusivamente da farmacisti. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Questa riforma ha generato importanti differenze tra la farmacia a titolarità individuale e la farmacia gestita da una società composta anche da soci non farmacisti Come aprire una farmacia Vediamo i requisiti e i divieti distinti. Farmacista Titolare Individuale (Ditta Individuale)i requisiti: 1) Lo Status di Farmacista : Essere in possesso della laurea in Farmacia, essere abilitato all'esercizio della professione ed iscritto all'Albo professionale dei Farmacisti. 2) Idoneità: Avere l'idoneità all'esercizio della farmacia, acquisita dopo un periodo di pratica professionale. 3) Unica Titolarità: Il farmacista titolare individuale può essere titolare di una sola farmacia.   Questo divieto di cumulo è previsto dall'art. 112, comma 2, del TULS (Testo Unico delle Leggi Sanitarie) e non è stato abrogato dalla Legge 124/2017. Divieti (Incompatibilità) legge 362 del 1991  articoli 7 ed 8 Il farmacista titolare individuale è soggetto  ad una serie di incompatibilità, pensate per evitare conflitti di interesse  e garantire la terzietà e l'indipendenza della professione:   Produzione/Informazione Scientifica  del Farmaco: Il farmacista non può svolgere attività nel settore della produzione o dell'informazione scientifica del farmaco (es. essere dipendente di un'industria farmaceutica o informatore medico-scientifico). Esercizio della Professione Medica:  Non può esercitare la professione medica. Titolare/Direttore/Collaboratore di Altra Farmacia: Non può essere titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore (dipendente o autonomo) di un'altra farmacia. Questo rafforza il divieto di unica titolarità. Rapporto di Lavoro Pubblico o Privato:  Non può avere alcun rapporto di lavoro, né pubblico né privato, salvo quello relativo all'esercizio della propria farmacia. Divieto di Concorrere dopo Cessione:  Il farmacista che ha ceduto la propria farmacia non può partecipare a un concorso per l'assegnazione di un'altra farmacia se non sono trascorsi almeno dieci anni dall'atto del trasferimento. Ricordiamo infatti che ai sensi dell' art. 12 legge 475/1968   Il farmacista che abbia ceduto la propria farmacia non può concorrere all'assegnazione di un'altra farmacia se non sono trascorsi almeno dieci anni dall'atto del trasferimento.  Al  farmacista che abbia trasferito la propria farmacia è consentito, per una volta soltanto nella vita, ed entro due anni dal trasferimento, di acquistare un'altra farmacia senza dovere superare il concorso per l'assegnazione di cui al quarto comma. Al farmacista che abbia trasferito la titolarità della propria farmacia senza acquistarne un'altra entro due anni dal trasferimento, è consentito, per una sola volta nella vita, l'acquisto di una farmacia qualora abbia svolto attività professionale certificata dall'autorità sanitaria competente per territorio, per almeno 6 mesi durante l'anno precedente l'acquisto, ovvero abbia conseguito l'idoneità in un concorso a sedi farmaceutiche effettuato nei due anni anteriori. Questo per evitare speculazioni e il "doppio vantaggio" (guadagno dalla cessione e assegnazione di una nuova sede a costo zero o ridotto). Leggi il post dedicato: il divieto del doppio vantaggio Società Titolare di Farmacia La Legge 124/2017 ha modificato l'art. 7 della Legge 362/1991, permettendo a qualsiasi tipo di società (società di persone, società di capitali, società cooperative) di essere titolare di farmacia. Requisiti (della Società e dei Soci): 1) Oggetto Sociale Esclusivo: La società deve avere come oggetto esclusivo la gestione di farmacie. Ciò significa che una società non può gestire contemporaneamente una farmacia e altre attività (es. cliniche, società di produzione di farmaci). 2) Direzione di un Farmacista Idoneo: Indipendentemente  dalla composizione societaria , la direzione della farmacia deve essere affidata a un farmacista abilitato e idoneo (con i requisiti professionali visti per il titolare individuale). Questo farmacista può essere un socio o un dipendente della società.  3) Composizione Societaria: Soci Farmacisti e Non Farmacisti: Nelle società (sia di persone che di capitali), possono essere soci sia farmacisti iscritti all'albo che non farmacisti. Questo è uno dei cambiamenti più significativi. in quanto soci possono essere persone fisiche, ma anche altre società (di persone o di capitali). Da quando sopra deriva che dal 2017 le società di persone non sono più obbligate ad essere composte unicamente da farmacisti. Esiste comunque un limite al Controllo Societario : Una società non può essere titolare, direttamente o indirettamente (attraverso il suo controllo di altre società), di un numero di farmacie superiore al 20% delle farmacie esistenti nel territorio della medesima regione o provincia autonoma. Tale norma diverrà utile tra qualche anno quando il valzer delle acquisizioni da parte dei gruppi avranno creato degli agglomerati di distribuzione. Ti può anche interessare: la cessione della farmacia 4) Divieti (Incompatibilità per i Soci e la Società): Le incompatibilità previste per i farmacisti titolari individuali (leggi qui il post dedicato) si estendono, con alcune specificazioni, ai soci e alla società stessa, per garantire la trasparenza e l'indipendenza: A) la Società  non può svolgere attività nel settore della produzione o dell'informazione scientifica del farmaco. B) Non può esercitare la professione medica  (es. una clinica  privata non può essere socia di una società titolare di farmacia, anche se la professione medica non è l'oggetto esclusivo della clinica, se essa viene esercitata al suo interno).   C) Per i Soci (sia farmacisti che non farmacisti): La partecipazione è incompatibile con qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione e dell'informazione scientifica del farmaco.   Con l’Esercizio della Professione Medica : La partecipazione è incompatibile con l'esercizio della professione medica (vale per qualunque medico, sia che eserciti sia che sia solo iscritto all'Albo).    Con la Posizione in Altra Farmacia:  La partecipazione è incompatibile con la posizione di titolare, gestore provvisorio, direttore o collaboratore di altra farmacia (questo vale per tutti i soci, non solo per i farmacisti). Rapporto di Lavoro: La partecipazione è incompatibile con qualsiasi rapporto di lavoro pubblico o priva to.  Tuttavia, la giurisprudenza ha talvolta interpretato questa incompatibilità con riferimento ai soli soci che sono "fattivamente coinvolti nella gestione della farmacia", lasciando margini interpretativi per i soci di puro capitale. Leggi pure: farmacisti società ed incompatibilità chiarita la differenza tra farmacista individuale e società cerchiamo ora di individuare la strada per l’apertura della farmacia come esercizio sanitario Esistono due strade principali per ottenere una autorizzazione per farmacie  A) Partecipazione a Concorsi Pubblici (Concorsi per Nuove Sedi):   Gli enti locali (Regioni, Comuni) bandiscono periodicamente concorsi pubblici per l'assegnazione di nuove sedi farmaceutiche nelle zone dove è emersa la necessità in base alla pianta organica a seguito delle revisioni biennali. I concorsi sono basati su titoli (es. esperienza lavorativa, lauree aggiuntive, pubblicazioni) ed esami. Sono estremamente competitivi e i tempi per la conclusione dell'iter possono essere molto lunghi. Vincere un concorso significa ottenere il diritto di aprire una nuova farmacia in una specifica area. Da tener presente che i concorsi sono banditi dalle singole regioni su base delle revisioni periodiche avviate da singoli comuni sulla pianta organica leggi pure: La revisione della pianta organica  B) Acquisizione di una Farmacia Esistente (Cessione di Ramo d'Azienda):   Questa è la strada più comune. Consiste nell'acquistare da un farmacista (o dai suoi eredi) una farmacia già avviata, comprensiva della licenza, dei beni materiali (arredi, attrezzature, scorte) e immateriali (avviamento, clientela).  Il costo di acquisizione di una farmacia esistente è molto elevato e dipende da fattori come il fatturato, la redditività, la posizione, la dimensione del locale e la clientela fidelizzata. Può variare da poche centinaia di migliaia di euro a diversi milioni di euro. Leggi il post dedicato: l'acquisto della farmacia 3. Definizione della Forma Giuridica Una volta ottenuta (o acquisita) l'autorizzazione, è necessario focalizzarsi sulla forma giuridica, ditta individuale o forma societaria. la scelta della forma giuridica dipenderà dalle dimensioni, dal luogo e dalla esigenze del titolare, se maggiormente orientato alla gestione diretta della farmacia come presidio sanitario oppure maggiormente orientato alla gestione dell'investimento. Farmacia come Ditta Individuale :  per il titolare unico è la forma più semplice, ma implica la responsabilità illimitata del titolare e del suo patrimonio personale. Attenzione per il concorso ordinario è l'unica forma possibile per il primo triennio a differenza del concorso straordinario che prevedeva la possibilità di partecipazioni associate e costituzione di società sin dall'inizio, salvo sempre il divieto di vendita per il triennio. leggi pure: il contratto preliminare di vendita della farmacia prima del triennio Società: Con la Legge 124 del 2017, anche le società di capitali (es. S.r.l., S.p.a.) possono essere titolari di farmacie. In precedenza, potevano esserlo solo le ditte individuali o le società di persone (S.n.c., S.a.s.) tra farmacisti. Nel caso di farmacia in forma societaria, non tutti i soci devono essere farmacisti ma il direttore responsabile della farmacia deve comunque essere un farmacista abilitato e iscritto all'Ordine. Le società offrono una separazione tra il patrimonio personale dei soci e quello della società, concetto valido pienamente solo per le società di capitali, ad esempio Srl (società a responsabilità limitata). Le società di persone infatti offrono tutele meno valide quali ad esempio il "beneficio della preventiva escussione" del patrimonio sociale prima di veder aggredito il patrimonio dei singoli soci. Leggi il post dedicato farmacie quale società scegliere per la gestione 4. Scelta e Allestimento del Locale Il locale che ospiterà la farmacia deve rispettare rigorosi requisiti normativi in termini di metratura, igiene, sicurezza e accessibilità. Individuazione del Locale: Acquistare o affittare un immobile adatto. Se la farmacia da aprire deriva da un concorso, la zona sarà assegnata dalla stessa Regione all'interno della pianta organica indicata dal Comune.   La progettazione e l'allestimento richiedono l'intervento di professionisti del settore, quali architetti, aziende specializzate in allestimenti per farmacie, geometri per: Progettare gli spazi (area vendita, laboratorio, magazzino, servizi igienici). Garantire la conformità alle normative igienico-sanitarie e di sicurezza (es. uscite di sicurezza, impianti a norma). Installare l'arredamento specifico (banconi, scaffalature, espositori, casse). Prevedere un sistema di climatizzazione adeguato alla conservazione dei farmaci. Installare insegne a norma. Valutare le distanze dagli altri esercizi di farmacia (200 metri da soglia a soglia) 5. Adempimenti Burocratici e Autorizzazioni Parallelamente agli altri passaggi, è necessario espletare una serie di pratiche amministrative:  quali  la comunicazione di Inizio Attività (SCIA) da presentare al Comune  come Segnalazione Certificata di Inizio Attività per l'esercizio commerciale. Per la farmacia, la SCIA è accompagnata dalla richiesta di Autorizzazione Sanitaria. Visita Ispettiva dell'ASL : L'Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente effettuerà un sopralluogo per verificare che il locale e l'allestimento siano conformi a tutte le normative igienico-sanitarie e strutturali necessarie per l'esercizio di una farmacia. Questa è ispezione è obbligatoria e fondamentale e propedeutica all'apertura. Iscrizione al Registro delle Imprese  (Camera di Commercio): Obbligatoria per tutte le attività economiche. Apertura della Partita IVA:  Presso l'Agenzia delle Entrate. Iscrizione all'ENPAF:  Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Farmacisti, per la previdenza obbligatoria del farmacista titolare e dei farmacisti collaboratori.  Apertura del codice di Tracciabilità del Farmaco: Richiedere questo codice al Ministero della Salute per la gestione e la tracciabilità di tutti i medicinali venduti. Richiesta di autorizzazioni per Prodotti Specifici:  Se si intendono vendere prodotti non farmaceutici (es. cosmetici, integratori alimentari, dispositivi medici), sono necessarie ulteriori specifiche autorizzazioni o comunicazioni ci riferiamo alla Scia commerciale per la vendita dei prodotti del DM 375/1988 allegato 9. Leggi il post dedicato le autorizzazioni della farmacia per gli "altri" prodotti 6. Aspetti Economici e Finanziari Un passo cruciale per la sostenibilità dell'attività:  Business Plan: Redigere un business plan dettagliato che includa: Analisi di mercato per conoscere la propria concorrenza, i servizi offerti ed il proprio bacino d'utenza, che non deve coincidere con il bacino della pianta organica, ma che può includere tutti i potenziali clienti, ad esempio i pendolari se ci si trova vicino ad una stazione o ad un centro commerciale. Proiezioni di costi in relazione all'acquisto/affitto del locale, spesa per l'allestimento, spesa per scorte iniziali, spesa per il personale, per le utenze e le assicurazioni. La valutazione dei costi è necessaria per comprendere la successiva redditività. Proiezioni di ricavi e redditività. Piano finanziario per coprire l'investimento iniziale e i costi di gestione. Ricerca di Finanziamenti: Se l'investimento iniziale è significativo (e solitamente lo è), sarà necessario ricercare finanziamenti bancari o valutare l'accesso a bandi e agevolazioni per nuove imprese (regionali, nazionali, europei), se disponibili. 7. Acquisizione del Primo Magazzino e Software Gestionale  L'acquisto delle Scorte Iniziali: Acquistare un assortimento iniziale di farmaci, parafarmaci, cosmetici, integratori, ecc., dai distributori farmaceutici è un passo essenziale da ponderare per evitare di esporsi sin da subito a grandi investimenti prima di conoscere le esigenze del territorio. Installazione del Software Gestionale: Un software specifico per farmacie è indispensabile per la gestione delle vendite, del magazzino, degli ordini ai grossisti, delle ricette elettroniche, della contabilità e della tracciabilità dei farmaci. 8. Selezione e Formazione del Personale Se la farmacia è di dimensioni tali da richiederlo, sarò necessario assumere farmacisti collaboratori e/o altro personale (es. addetti al magazzino, commessi per il reparto parafarmacia). L'apertura di una farmacia è un processo "time consuming" che richiede tempi:  L'intero processo può richiedere molto tempo, specialmente se si passa per un concorso pubblico o se le procedure burocratiche si allungano. Da tener presente che nei concorsi dalla assegnazione all'apertura viene concesso un termine di 180 giorni dalla accettazione della sede, salvo proroghe.  La valutazione dei costi e dell''investimento iniziale è ingente ma altamente variabile tale da richiedere una consulenza specializzata sul tema anche solo per orientarsi. Hai un quesito? necessiti di chiarimenti o di una consulenza sul tema? Contattaci sapremo come aiutarti. Leggi il blog e trova il tuo caso Seguici sui social Studio Legale Angelini Lucarelli Assistenza per Farmacie e Farmacisti Avv. Aldo Lucarelli

  • Farmacia Snc con due soli soci ed i problemi di gestione

    Gli Atti di Ordinaria e Straordinaria Amministrazione nella Farmacia Società in nome collettivo La S.n.c. é una società di persone molto utilizzata nelle attività commerciali, dalla farmacia, sino alle società di investimento grazie alla sua flessibilità, facilità di gestione ed ai costi contenuti rispetto alla Srl. Leggi pure la nullità del testamento che trasferisce l’azienda Affrontiamo il tema della governance tra Farmacisti Soci sia per ciò che attiene agli atti di ordinaria amministrazioni che a quelli di straordinaria amministrazione , per comprendere cosa accade in tutte quelle vicende che spesso i due soci (spesso anche legati da rapporti familiari o da vincoli del pregresso concorso straordinario farmacie) si trovano ad affrontare nella gestione della S.n.c. Leggi pure bancario e le clausole abusive in danno del consumatore La distinzione tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione nelle Snc è un principio generale del diritto civile. - Atti di ordinaria amministrazione : Sono quelli che rientrano nella normale gestione dell'impresa, finalizzati alla conservazione del patrimonio sociale e al mantenimento della sua capacità produttiva. Non alterano la struttura e la consistenza del patrimonio, ma si limitano alla gestione delle rendite. Leggi pure S.n.c. ed il recesso del socio in caso di fallimento Esempi di atti di ordinaria amministrazione sono: acquisto di materie prime, pagamento di utenze, stipula di contratti di fornitura ordinari, assunzione di dipendenti per la normale attività. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato - Atti di straordinaria amministrazione (o eccedenti l'ordinaria amministrazione): Sono quelli che modificano o alterano la consistenza del patrimonio sociale della farmacia, ne incidono sulla struttura o ne variano in modo significativo la destinazione o la composizione. Spesso comportano un impegno economico o un rischio maggiore per la società, Esempi di Atti di straordinaria amministrazione: Vendita o acquisto di beni immobili o di rami d'azienda. Costituzione di ipoteche o altri diritti reali di garanzia su beni sociali. Contrazione di mutui di rilevante entità. Aumenti o riduzioni del capitale sociale. Modifiche statutarie (es. cambio di sede). Operazioni di fusione o scissione. Assunzione di partecipazioni significative in altre società. Conferimento di procura generale a terzi. Si pone quindi il problema della gestione degli atti di Straordinaria Amministrazione in una #Farmacia SNC con Due soli Soci Nelle SNC, l'amministrazione può essere disgiuntiva o congiuntiva, a seconda di quanto previsto nell'atto costitutivo: Amministrazione Disgiuntiva (regola generale se non specificato diversamente - art. 2257 c.c.): Ciascun socio amministratore può compiere da solo gli atti che rientrano nell'oggetto sociale , sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione. Tuttavia, gli altri soci amministratori hanno il diritto di opposizione prima che l'atto sia compiuto. Segui la pagina sui social In una SNC con due soli soci, se l'amministrazione è disgiuntiva e un socio si oppone a un atto di straordinaria amministrazione che l'altro intende compiere, si verifica uno stallo. Leggi pure la trasformazione recessiva della Srl nella S.n.c. il caso della farmacia Non essendoci una "maggioranza" (se non in termini di partecipazione agli utili, che però in due soci al 50% non risolve), l'operazione non potrà essere portata a termine. La decisione sull'opposizione spetta a tutti i soci (art. 2257, comma 2 c.c.), ma con due soci in disaccordo, la società è bloccata. Società in nome collettivo con due soli soci ed i problemi di gestione Farmacia come società in nome collettivo con due soli soci ed i problemi di gestione S.n.c. con Amministrazione Congiuntiva (deve essere espressamente prevista nell'atto costitutivo - art. 2258 c.c.): È necessario il consenso di tutti i soci amministratori per il compimento degli atti, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione, salvo che l'atto costitutivo preveda la maggioranza. Leggi pure Srl come risolvere i contrasti tra i soci In una SNC con due soli soci, se l'amministrazione è congiuntiva, per compiere un atto di straordinaria amministrazione è sempre necessario il consenso di entrambi i soci. Se uno dei due non è d'accordo, l'atto non potrà essere compiuto. Conseguenze del disaccordo sugli atti di straordinaria amministrazione tra due soci: Lo stallo decisionale sugli atti di straordinaria amministrazione, soprattutto se necessari per la prosecuzione dell'attività o per lo sviluppo della società, può avere conseguenze gravi in una SNC con due soli soci: paralisi dell'attività sociale : La società non riesce a compiere operazioni importanti. danno alla società : L'impossibilità di prendere decisioni strategiche può portare a perdite economiche o alla perdita di opportunità. cause di scioglimento : Se i dissidi sono così profondi da rendere impossibile il funzionamento della società o il raggiungimento dell'oggetto sociale, ciò può costituire una causa di scioglimento (art. 2272, n. 2 c.c.). recesso del socio: Uno dei soci potrebbe esercitare il diritto di recesso per giusta causa, qualora i gravi dissidi rendano impossibile la prosecuzione del rapporto sociale. Il recesso può poi portare alla liquidazione della quota del socio uscente o, se non viene ricostituita la pluralità dei soci entro sei mesi, allo scioglimento della società. Leggi pure: arbitrato e società cosa accade se gli arbitri non rispettano i termini Come abbiamo già affrontato in altri post societari é importante prevedere meccanismi di tutela o di gestione dei dissidi: È fondamentale che l'atto costitutivo di una SNC, soprattutto con pochi soci, preveda meccanismi per la risoluzione delle controversie o per la gestione delle situazioni di stallo, ad esempio: Clausole di arbitrato o mediazione. Clausole che prevedano la possibilità per un socio di acquistare la quota dell'altro in caso di disaccordo insanabile. Specifiche previsioni sull'adozione degli atti di straordinaria amministrazione, ad esempio delegando tali decisioni a un terzo o stabilendo procedure vincolanti. Leggi pure il socio di Srl e le azioni verso terzi In assenza di tali previsioni, il disaccordo su atti di straordinaria amministrazione tra due soci in una SNC può rapidamente condurre a una crisi profonda della società. Leggi il blog e trova il tuo caso altrimenti contattaci per il tuo caso specifico Assistenza legale per società soci ed imprese Studio Legale Angelini Lucarelli Diritto Farmaceutico Avv Aldo Lucarelli

  • Revisione della pianta organica farmacie ed iniquità della distribuzione demografica

    Portiamo alla attenzione dei lettori una recentissima pronuncia del Tar Bologna del 7 luglio 2025 con cui é stato di affermato che: il comune ha un ampissimo potere discrezionale nella indicazione del numero e della ubicazione delle farmacie Il potere del Tar si limita ad un controllo di arbitrarietà Non é necessario avere un corretto bilanciamento tra zona e numero di residenti in quanto deve essere dato peso alle esigenze anche prospettiche della zona Revisione della pianta organica farmacie ed iniquità della distribuzione demografica Segui la pagina sui social e rimani aggiornato L’interesse privato degli “altri” farmacisti di carattere concorrenziale economico é recessivo rispetto alle scelte amministrative volte alla tutela della disponibilità farmaceutica per la popolazione Leggi il blog e rimani aggiornato se non trovi quello che cerchi contattaci Sulla base di tali assunti possiamo affermare che venendo al merito per giurisprudenza pacifica le scelte dell'Amministrazione comunale relative alla localizzazione delle farmacie sono espressione di ampia discrezionalità, sindacabili solo in presenza di gravi ed evidenti errori di valutazione o irragionevolezza. Tale discrezionalità deve rispondere all'esigenza di assicurare un ordinato assetto del territorio in relazione agli effettivi bisogni della collettività, tenendo conto non solo del numero dei residenti, ma anche di fattori quali la fruizione del servizio, le condizioni ambientali, topografiche e di viabilità, nonché le distanze tra le farmacie. In quest'ottica complessiva, la valutazione sull'accessibilità al servizio farmaceutico deve riferirsi all'intero territorio comunale, con l'obiettivo di coniugare l'adeguata copertura delle aree isolate o scarsamente abitate con la maggiore accessibilità per la maggioranza degli abitanti Ciò premesso, la scelta del Comune resistente in merito alla localizzazione della sede X appare adeguatamente e non illogicamente motivata dalle complessive esigenze di efficacia del servizio pubblico farmaceutico. Se è indubbio che l’estensione territoriale della sede sia esigua rispetto alle altre con particolare riferimento alla sede della controinteressata, non di meno la sua collocazione risulta “equilibrata” rispetto alle altre per la migliore copertura del territorio comunale, non potendosi prendere a riferimento il solo elemento dei cittadini residenti specie in un comune a vocazione turistica della riviera, caratterizzato da notevole aumento del bacino d’utenza nel periodo estivo. Non ha dunque rilievo il solo fattore del numero di residenti ma quello ben più rilevante dell’individuazione delle maggiori necessità di fruizione del servizio nelle diverse zone del territorio da individuarsi, risultando l’interesse commerciale della ricorrente recessivo rispetto alle esigenze di interesse pubblico evidenziate negli atti di revisione della pianta organica. (Tar Bologna 799/25 Seppure l'Amministrazione comunale, nell'esercitare il proprio potere di programmare la distribuzione del servizio farmaceutico sul territorio, deve tenere in considerazione ai fini del compimento di una scelta equilibrata e ragionevole l'interesse commerciale dei farmacisti, che persegue una finalità di stimolo della concorrenza, resta fermo però che, secondo i principi generalmente applicati laddove venga in rilievo l'esercizio di un potere di matrice discrezionale, l'interesse patrimoniale del privato è destinato a recedere ove si dimostri che è incompatibile con il prevalente perseguimento dell'interesse pubblico ( ex multis Consiglio di Stato sez. III, 8 giugno 2021, n. 4374 e Tar Bologna 799/2025). Segui il blog e trova il tuo caso tra quelli svolti Studio Legale Angelini Lucarelli Avv. Aldo Lucarelli (I principi esposti si trovano nelle sentenze Consiglio di Stato sez. III, 18 ottobre 2024, n.8346, Id., sez. III, 11 luglio 2018 n. 4231; Id., sez. III, 19 settembre 2017, n. 4387; T.A.R. Campania Napoli, sez. III, 1 settembre 2021, n.5691; T.A.R. Calabria Catanzaro, sez. II, 17 maggio 2021, n. 1002 e Tar Bologna 799/2025).

  • Bancario: Le azioni contro le clausole abusive a tutela del consumatore

    La Sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione n. 9479 del 6 aprile 2023 come ben noto ( leggi qui ) ha rappresentato un'importante evoluzione in materia di tutela del consumatore contro le clausole abusive , in particolare nell'ambito del procedimento di ingiunzione. Ma Quando una clausola è abusiva in danno di un consumatore? Una clausola si considera abusiva (o vessatoria, termini spesso usati come sinonimi in questo contesto) quando, nonostante il requisito della buona fede, Segui la pagina sui social e rimani aggiornato determina a danno del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto. Questo concetto è sancito dall'art. 33 del Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), che recepisce la Direttiva 93/13/CEE. Il Codice del Consumo individua due tipi di clausole abusive: Lista grigia (art. 33, comma 2, Cod. Cons.): Si tratta di clausole che si presumono vessatorie fino a prova contraria . Spetta al professionista dimostrare che la clausola è stata oggetto di trattativa individuale o che riproduce una disposizione di legge. Bancario: Le azioni contro le clausole abusive a tutela del consumatore Bancario: Le azioni contro clausole abusive in danno del consumatore Esempi includono clausole che limitano la responsabilità del professionista (banca) in caso di inadempimento, che impongono al consumatore oneri eccessivi, o che prevedono la decadenza dal beneficio del termine anche per lievi inadempimenti. Lista nera (art. 36, comma 2, Cod. Cons.): Sono clausole che sono sempre e comunque nulle, anche se oggetto di trattativa individuale. Rientrano in questa categoria le clausole che escludono o limitano la responsabilità del professionista in caso di morte o danno alla persona del consumatore, o che prevedono l'adesione del consumatore a clausole che non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto. La nullità di una clausola abusiva opera a vantaggio esclusivo del consumatore ed è una nullità parziale: significa che la clausola viene espulsa dal contratto, ma quest'ultimo rimane valido per il resto, salvo che non possa sussistere senza la clausola abusiva. I nuovi rimedi alla luce della Cassazione 9479/2023 : La Sentenza delle Sezioni Unite n. 9479/2023 ha rafforzato notevolmente la tutela del consumatore, in particolare nel contesto del decreto ingiuntivo non opposto. Prima di questa sentenza, se il decreto ingiuntivo basato su un contratto con clausole abusive non veniva opposto nei termini, si riteneva che le clausole abusive fossero "sanate" dal giudicato implicito. La Cassazione ha superato questo orientamento, affermando principi fondamentali: Controllo d'ufficio del giudice in fase monitoria: Il giudice che emette il decreto ingiuntivo ha il dovere di controllare d'ufficio l'eventuale carattere abusivo delle clausole del contratto posto a fondamento della richiesta di ingiunzione, anche se il consumatore non eccepisce nulla. Se rileva l'abusività, il giudice ne trarrà le conseguenze in ordine al rigetto o all'accoglimento parziale del ricorso. Se l'accertamento è complesso e richiede un'istruttoria approfondita (es. CTU) non compatibile con la natura del procedimento monitorio, il giudice dovrà rigettare l'istanza d'ingiunzione. Stop quindi a decreti ingiuntivi sottratti ad un controllo di compatibilità del sistema da parte del giudice Infatti Il decreto ingiuntivo dovrà contenere un avvertimento specifico al consumatore che, qualora non proponga opposizione nei termini, decadrà dalla facoltà di far valere la natura vessatoria delle clausole su cui si fonda la pretesa creditoria. Leggi pure: casa all’asta l’immobile non é perso se le clausole risultano abusive Sono previsti poi ulteriori Rimedi per il consumatore anche dopo il giudicato del decreto ingiuntivo: si tratta di rimedi che prima del 2023 non erano immaginabili visto che spesso il consumatore si rendeva conto tardivamente ed a distanza di anni di aver sottoscritto un contratto capestro in proprio danno, si pensi a clausole eccessivamente onerose o del tutto sproporzionate La sentenza della Cassazione del 2023 ha aperto la strada a rimedi anche quando il decreto ingiuntivo sia divenuto esecutivo e definitivo per mancata opposizione. É il caso della Opposizione tardiva ex art. 650 c.p.c.: Il consumatore può proporre opposizione tardiva al decreto ingiuntivo (anche se il termine ordinario è scaduto) per far valere l'abusività delle clausole. Questo strumento è stato individuato come il più idoneo a garantire l'effettività della tutela del consumatore, in conformità con il diritto euro-unitario. Ma non é tutto, infatti è oggi previsto, ed anzi é divenuto prassi nei tribunali italiani, come ci é capitato in prima persona di constatare in più di una occasione l’esistenza di uno stringente Controllo del giudice dell'esecuzione : Anche il giudice dell'esecuzione, qualora il decreto ingiuntivo sia divenuto definitivo e venga intrapresa l'esecuzione forzata, ha il potere (e il dovere) di controllare d'ufficio l'abusività delle clausole. In caso positivo, potrà adottare le misure necessarie a impedire o limitare l'esecuzione. Leggi pure assistenza legale in diritto bancario Si tratta di un controllo che avviene in sede di procedura esecutiva quando il consumatore si vede pignorata l’abitazione per non aver opposto nei termini il decreto della Banca. Spesso accade che il creditore pignoratizio non sia più nemmeno la Banca originaria che ha venduto la posizione a società specializzate per il recupero del credito sul consumatore, si parla spesso di SPV ( special purpose vehicle ) ovvero società e specializzate per il recupero del credito. L’assistenza legale in diritto bancario in tali procedure é fondamentale, intervenire in una procedura esecutiva accanto al debitore per “denunciare” vizi della procedura e la presenza di clausole vessatorie del contratto di finanziamento può portare a risultati inaspettati per riequilibrare i rapporti deteriorati cliente/Banca. Contattaci per una assistenza specifica Studio Legale Angelini Lucarelli

  • La nullità del testamento che trasferisce l’azienda ad un solo figlio

    L’Impugnazione del Testamento Olografo per Trasferimento dell'Azienda a un Solo Erede L'impugnazione di un testamento olografo che attribuisce l'azienda a uno solo dei tre figli è una situazione che può generare diverse questioni legali, specialmente in relazione ai diritti degli eredi legittimari in caso di lesione di legittima. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Nel presente post analizziamo i principali motivi e le procedure per contestare un testamento olografo ed motivi di Impugnazione. L'impugnazione di un testamento può avvenire per diverse ragioni, che si possono raggruppare in due categorie principali: Vizi di Forma : Il testamento olografo deve rispettare requisiti formali essenziali per essere valido, quindi Autografia : Deve essere scritto interamente di pugno dal testatore. Se anche una sola parte è scritta da altri (o con mezzi meccanici), il testamento è nullo. É il caso maggiormente frequente in cui si assiste ad un testamento completo ma spesso solo “firmato” dal testatore. Data : Deve contenere la data (giorno, mese, anno) in cui è stato redatto. La mancanza o l'incompletezza della data può renderlo annullabile se non è possibile determinare la capacità del testatore al momento della redazione o la priorità rispetto ad altri testamenti. Sottoscrizione : Deve essere firmato dal testatore alla fine delle disposizioni. La firma deve essere leggibile e idonea a identificare il testatore. Sussistono casi di annullabilità e casi di vera e propria nullità del testamento. La nullità (ad esempio per mancanza di autografia) rende il testamento improduttivo di effetti fin dall'inizio e può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato L'annullabilità (ad esempio per vizi della data) é meno grave e deve essere fatta valere entro un termine di prescrizione e solo da chi è legittimato, nel nostro caso gli altri figli. Sussistono quindi ipotesi di vizi di sostanza o contenuto del testamento: Questi vizi riguardano la volontà del testatore o la lesione dei diritti degli eredi e riguardano: - l’Incapacità di intendere e di volere: Se al momento della redazione del testamento il testatore non era capace di intendere e di volere (per malattia, infermità mentale, età avanzata, farmaci invalidanti ecc.), il testamento è annullabile. Sarà però necessario dimostrare questa incapacità al momento della redazione dell'atto. Violenza: Se il testatore è stato costretto a redigere il testamento sotto minaccia. Dolo (inganno): Se il testatore è stato ingannato e indotto a disporre in un certo modo che non avrebbe voluto. Errore: Se il testatore ha commesso un errore nella disposizione che è stato determinante per la sua volontà. Lesione della quota di legittima: la legge tutela alcuni eredi (coniuge, figli, ascendenti in assenza di figli) riservando loro una quota del patrimonio del defunto , la cosiddetta quota di legittima o quota di riserva. Se il testamento olografo attribuisce l'intera azienda a uno solo dei tre figli, in assenza di meccanismi compensativi molto probabile che i diritti degli altri due figli (legittimari) siano stati lesi. In questo caso, i figli pretermessi o lesi nella loro quota possono esercitare l'azione di riduzione . Questa azione giudiziaria mira a rendere inefficaci le disposizioni testamentarie (o le donazioni fatte in vita dal defunto) nella misura necessaria a reintegrare la quota di legittima lesa. L'impugnazione di un testamento deve essere promossa attraverso un'azione legale davanti al Tribunale civile da parte di coloro che avrebbero un interesse giuridico a farne dichiarare la nullità o l'annullamento, o a veder reintegrata la propria quota di legittima. Tipicamente, saranno gli altri figli o il coniuge del defunto. É importante tener presente e che le azioni di nullità (per vizi di forma più gravi) sono imprescrittibili mentre le azioni di annullabilità (per vizi della volontà o vizi di forma meno gravi) si prescrivono in cinque anni dal giorno in cui si è data esecuzione alle disposizioni testamentarie (o dalla scoperta del dolo, violenza, errore). La nullità del testamento che trasferisce l’azienda ad un solo figlio L'azione di riduzione per lesione della legittima si prescrive in dieci anni dall'apertura della successione (cioè dalla data del decesso). Nel caso in cui l'azienda venga trasferita a uno solo dei tre figli tramite testamento olografo, gli altri due figli avranno forti motivazioni per impugnarlo, soprattutto se la loro quota di legittima è stata lesa tramite una azione di Riduzione. L'azione di riduzione può portare alla riduzione della disposizione testamentaria relativa all'azienda, in modo che gli altri figli ricevano quanto spetta loro per legge il tutto dopo aver proceduto ad una valutazione dell'Azienda. Per esercitare l'azione di riduzione, sarà fondamentale una perizia di stima dell'azienda per calcolare il valore del patrimonio ereditario e, di conseguenza, la quota di legittima spettante a ciascun erede. Si procederà quindi alla composizione delle Quote: Non è sempre necessario che l'azienda venga divisa. Il giudice, o le parti con un accordo, potrebbero prevedere il versamento di un conguaglio in denaro dal figlio che ha ricevuto l'azienda agli altri, o l'attribuzione di altri beni del patrimonio ereditario per compensare la lesione il tutto per salvaguardare la produttività di impresa. L’assistenza legale é quindi necessaria e focalizzata ad Esaminare attentamente il testamento olografo per individuare eventuali vizi formali. Valutare la sussistenza di vizi della volontà del testatore. Calcolare la quota di legittima spettante a ciascun erede e verificare l'effettiva lesione. Assisterti nell'instaurare l'azione legale più appropriata e nel difendere i diritti. Diritto delle successioni ed assistenza per testamenti Studio Legale Angelini Lucarelli Avv Aldo Lucarelli

  • Società in nome collettivo con due soli soci ed i problemi di gestione

    Gli Atti di Ordinaria e Straordinaria Amministrazione nella Società in nome collettivo La S.n.c. é una società di persone molto utilizzata nelle attività commerciali, dalla farmacia al negozio di abbigliamento, sino alle società di investimento grazie alla sua flessibilità, facilità di gestione ed ai costi contenuti rispetto alla Srl. Leggi pure la nullità del testamento che trasferisce l’azienda Affrontiamo il tema della governance tra soci sia per ciò che attiene agli atti di ordinaria amministrazioni che a quelli di straordinaria amministrazione, per comprendere cosa accade in tutte quelle vicende che spesso i due soci (spesso anche legati da rapporti familiari) si trovano ad affrontare nella gestione della S.n.c. Leggi pure bancario e le clausole abusive in danno del consumatore La distinzione tra atti di ordinaria e straordinaria amministrazione è un principio generale del diritto civile. - Atti di ordinaria amministrazione : Sono quelli che rientrano nella normale gestione dell'impresa, finalizzati alla conservazione del patrimonio sociale e al mantenimento della sua capacità produttiva. Non alterano la struttura e la consistenza del patrimonio, ma si limitano alla gestione delle rendite. Leggi pure S.n.c. ed il recesso del socio in caso di fallimento Esempi di atti di ordinaria amministrazione sono: acquisto di materie prime, pagamento di utenze, stipula di contratti di fornitura ordinari, assunzione di dipendenti per la normale attività. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato - Atti di straordinaria amministrazione (o eccedenti l'ordinaria amministrazione): Sono quelli che modificano o alterano la consistenza del patrimonio sociale, ne incidono sulla struttura o ne variano in modo significativo la destinazione o la composizione. Spesso comportano un impegno economico o un rischio maggiore per la società, Esempi di Atti di straordinaria amministrazione: Vendita o acquisto di beni immobili o di rami d'azienda. Costituzione di ipoteche o altri diritti reali di garanzia su beni sociali. Contrazione di mutui di rilevante entità. Aumenti o riduzioni del capitale sociale. Modifiche statutarie (es. cambio di sede, oggetto sociale). Operazioni di fusione o scissione. Assunzione di partecipazioni significative in altre società. Conferimento di procura generale a terzi. Si pone quindi il problema della gestione degli Atti di Straordinaria Amministrazione in una SNC con Due soli Soci Nelle SNC, l'amministrazione può essere disgiuntiva o congiuntiva, a seconda di quanto previsto nell'atto costitutivo: Amministrazione Disgiuntiva (regola generale se non specificato diversamente - art. 2257 c.c.): Ciascun socio amministratore può compiere da solo gli atti che rientrano nell'oggetto sociale , sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Tuttavia, gli altri soci amministratori hanno il diritto di opposizione prima che l'atto sia compiuto. Segui la pagina sui social In una SNC con due soli soci, se l'amministrazione è disgiuntiva e un socio si oppone a un atto di straordinaria amministrazione che l'altro intende compiere, si verifica uno stallo. Leggi pure la trasformazione recessiva della Srl nella S.n.c. il caso della farmacia Non essendoci una "maggioranza" (se non in termini di partecipazione agli utili, che però in due soci al 50% non risolve), l'operazione non potrà essere portata a termine. La decisione sull'opposizione spetta a tutti i soci (art. 2257, comma 2 c.c.), ma con due soci in disaccordo, la società è bloccata. Società in nome collettivo con due soli soci ed i problemi di gestione Società in nome collettivo con due soli soci ed i problemi di gestione S.n.c. con Amministrazione Congiuntiva (deve essere espressamente prevista nell'atto costitutivo - art. 2258 c.c.): È necessario il consenso di tutti i soci amministratori per il compimento degli atti, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione, salvo che l'atto costitutivo preveda la maggioranza. Leggi pure Srl come risolvere i contrasti tra i soci In una SNC con due soli soci, se l'amministrazione è congiuntiva, per compiere un atto di straordinaria amministrazione è sempre necessario il consenso di entrambi i soci. Se uno dei due non è d'accordo, l'atto non potrà essere compiuto. Conseguenze del disaccordo sugli atti di straordinaria amministrazione tra due soci: Lo stallo decisionale sugli atti di straordinaria amministrazione, soprattutto se necessari per la prosecuzione dell'attività o per lo sviluppo della società, può avere conseguenze gravi in una SNC con due soli soci: paralisi dell'attività sociale : La società non riesce a compiere operazioni importanti. danno alla società : L'impossibilità di prendere decisioni strategiche può portare a perdite economiche o alla perdita di opportunità. cause di scioglimento : Se i dissidi sono così profondi da rendere impossibile il funzionamento della società o il raggiungimento dell'oggetto sociale, ciò può costituire una causa di scioglimento (art. 2272, n. 2 c.c.). recesso del socio: Uno dei soci potrebbe esercitare il diritto di recesso per giusta causa, qualora i gravi dissidi rendano impossibile la prosecuzione del rapporto sociale. Il recesso può poi portare alla liquidazione della quota del socio uscente o, se non viene ricostituita la pluralità dei soci entro sei mesi, allo scioglimento della società. Leggi pure: arbitrato e società cosa accade se gli arbitri non rispettano i termini Come abbiamo già affrontato in altri post societari é importante prevedere meccanismi di tutela o di gestione dei dissidi: È fondamentale che l'atto costitutivo di una SNC, soprattutto con pochi soci, preveda meccanismi per la risoluzione delle controversie o per la gestione delle situazioni di stallo, ad esempio: Clausole di arbitrato o mediazione. Clausole che prevedano la possibilità per un socio di acquistare la quota dell'altro in caso di disaccordo insanabile. Specifiche previsioni sull'adozione degli atti di straordinaria amministrazione, ad esempio delegando tali decisioni a un terzo o stabilendo procedure vincolanti. Leggi pure il socio di Srl e le azioni verso terzi In assenza di tali previsioni, il disaccordo su atti di straordinaria amministrazione tra due soci in una SNC può rapidamente condurre a una crisi profonda della società. Leggi il blog e trova il tuo caso altrimenti contattaci per il tuo caso specifico Assistenza legale per società soci ed imprese Studio Legale Angelini Lucarelli Diritto Aziendale Avv Aldo Lucarelli

  • Il peso del socio di maggioranza nella società in nome collettivo

    In una Società in Nome Collettivo (SNC) con quote di partecipazione non paritarie e la presenza di un socio di maggioranza, il funzionamento dell'amministrazione e delle decisioni assume delle sfumature diverse rispetto al caso di soci paritari. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Indipendentemente dalla quota di partecipazione, tutti i soci di una SNC sono illimitatamente e solidalmente responsabili per le obbligazioni sociali, punto cruciale dell'approccio ad un società in nome collettivo dove il capitale sociale sarà solo uno scudo NON impenetrabile in caso di crisi con i fornitori Ciò comporta che, anche il socio di minoranza, rischia tutto il suo patrimonio personale. Nelle società di persone, la maggioranza non si calcola "per teste" (un voto per ogni socio) come nelle società di capitali, ma solitamente "per quote", ovvero in proporzione alla partecipazione agli utili. L'articolo 2257 del Codice Civile, in riferimento all'opposizione ad atti di amministrazione disgiuntiva, stabilisce che "la maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun socio negli utili, decide sull'opposizione". Questo criterio si applica, per analogia, anche ad altre decisioni che richiedono una maggioranza. In tema di amministrazione infatti è opportuno evidenziare che questa può essere affidata a tutti i soci: Si tratta di una regola generale in assenza di diverse pattuizioni nell'atto costitutivo (art. 2257 c.c.). Assume quindi elemento dirimente la presenza di un atto costitutivo o di patti sociali tagliati su misura per le proprie esigenze, per evitare di "scoprire" come sia organizzata la propria società solo al momento del conflitto con il socio o della insorgenza di una problematica con un creditore. S.n.c. con socio di maggioranza Ed infatti l'atto costitutivo può designare specificamente quali soci siano amministratori. Ma quali sono gli scenari in presenza di un socio di maggioranza in una Snc? Amministrazione Disgiuntiva (che è poi la regola generale): Se l'atto costitutivo non prevede diversamente, l'amministrazione è disgiuntiva e spetta a ciascun socio amministratore (anche se uno è di maggioranza e l'altro di minoranza). Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Ciò significa che, teoricamente, sia il socio di maggioranza che quello di minoranza (se entrambi amministratori) possono compiere atti, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione, singolarmente e senza il preventivo consenso dell'altro. Diritto di Opposizione: L'altro socio (in questo caso, quello di minoranza, se non amministratore unico) ha il diritto di opporsi all'operazione prima che sia compiuta. In caso di opposizione, decide la maggioranza dei soci, calcolata in base alla partecipazione agli utili, ma questo è proprio il punto cruciale: se il socio di maggioranza è l'unico amministratore, non c'è un altro socio amministratore che possa opporsi in senso stretto. Le decisioni le prende quest’ultimo. Leggi pure: "Snc con due soli soci e problemi di gestione" Snc creditore e patto di famiglia Farmacia Srl e violazione della prelazione Tuttavia, il socio di minoranza mantiene i propri diritti di controllo e la possibilità di chiedere la revoca dell'amministratore per giusta causa o, in casi estremi, lo scioglimento della società al Tribunale Deve essere preso in esame il caso in cui entrambi i soci siano amministratori ma con pesi differenti. In caso di opposizione del socio di minoranza, nella propria veste di amministratore la decisione ricadrà sulla "maggioranza dei soci" ed in tal caso, per un curioso giro di parole, sulle spalle dell'altro amministratore, nella propria veste di socio di maggioranza. Si tratta di uno di quei casi in cui un non immediato allineamento di norme consente da una parte una gestione paritaria per quanto attiene alla gestione amministrativa ed una gestione secondo il principio maggioritario per quanto attiene al profilo della proprietà, con conseguente frustrazione del socio di minoranza. Dato che il socio di maggioranza detiene la maggioranza delle quote di partecipazione agli utili, la sua volontà prevarrà sull'opposizione del socio di minoranza. Questo gli conferisce quindi un controllo significativo. Nella amministrazione congiuntiva (che deve essere prevista nell'atto costitutivo) necessità sempre il doppio consenso: Se l'atto costitutivo prevede l'amministrazione congiuntiva, per il compimento degli atti (tutti o solo quelli di straordinaria amministrazione, a seconda della clausola statutaria), è necessario il consenso di tutti i soci amministratori , o della maggioranza se così previsto dall'atto costitutivo. Si possono evidenziare situazioni di vantaggio del Socio di Maggioranza: Se la gestione congiuntiva è pinea anche in questo caso, il socio di maggioranza, pur dovendo formalmente ottenere il consenso dell'altro, avrà un forte potere negoziale. Per le decisioni che richiedono il consenso di tutti i soci, il socio di minoranza ha un "diritto di veto" su qualsiasi decisione, anche se non ha la maggioranza delle quote . Questo può portare a stallo se il socio di maggioranza non riesce a convincere il socio di minoranza. Ecco quindi che l'amministrazione congiuntiva piena, il socio di minoranza avrà un potere indiretto molto pressante in quanto gestirà la propria minoritaria posizione con un diritto di veto sulle azioni del socio di maggioranza. Leggi il blog in diritto societario aziendale e trova il tuo caso È anche possibile che l'atto costitutivo nomini il socio di maggioranza come unico amministratore. In tal caso, il socio di maggioranza avrà il pieno potere di gestione e rappresentanza della società. Va tuttavia evidenziato che anche se l'amministratore è unico, il socio di maggioranza dovrà comunque agire nell'interesse della società e nel rispetto dell'oggetto sociale. Il socio di minoranza conserva infatti i propri diritti di controllo (consultazione della documentazione sociale) e potrà chiedere anche la revoca dell'amministratore per giusta causa (ove vi siano gravi irregolarità nella gestione) o anche agire per ipotesi di responsabilità. capitolo modifiche statutarie: Per le modifiche all'atto costitutivo, salvo diversa pattuizione, è sempre richiesto il consenso di tutti i soci (art. 2252 c.c.). Questa è una tutela importante per il socio di minoranza. Nonostante la maggioranza delle quote, il socio di maggioranza non può, da solo, modificare unilateralmente le regole fondamentali della società, come l'oggetto sociale, la sede, o le modalità di amministrazione, a meno che l'atto costitutivo non preveda espressamente una maggioranza diversa per tali modifiche. Riassumendo quindi il potere del socio di maggioranza in una SNC con quote non paritarie: Il socio di maggioranza ha un peso decisionale preponderante nella gestione quotidiana, specialmente se l'amministrazione è disgiuntiva e gli altri soci esercitano il diritto di opposizione (la sua quota determinerà la maggioranza nella decisione sull'opposizione). Ove l'amministratore sia unico, ha il controllo totale della gestione, pur con i limiti legali e i diritti di controllo del socio di minoranza. Potrà imporre la propria volontà su atti di ordinaria e straordinaria amministrazione se l'amministrazione è disgiuntiva ma non potrà di norma, modificare unilateralmente l'atto costitutivo, che richiede il consenso di tutti i soci (salvo deroghe statutarie specifiche). Importanza dell'atto costitutivo della consulenza specifica: La flessibilità delle società di persone rende l'atto costitutivo uno strumento cruciale. È qui che i soci possono derogare alle norme suppletive del Codice Civile e stabilire regole specifiche per l'amministrazione, i poteri decisionali (anche sugli atti di straordinaria amministrazione), le modalità di voto e la risoluzione dei conflitti, adattandole alle proprie esigenze e alle diverse quote di partecipazione. Un atto costitutivo ben redatto può prevenire molti dei problemi che possono sorgere tra soci, specialmente quando le quote non sono paritarie. Studio Legale Angelini Lucarelli Avv. Aldo Lucarelli

  • Azienda la gestione contesa tra figlio e amministratore di sostegno

    Cosa accade nelle aziende in cui il genitore titolare abbia conferito una procura generale per la gestione ad uno dei figli ma sopravvenga poi un amministratore di sostegno nominato su interesse dello stesso genitore o di altri parenti? Leggi il blog e trova il tuo caso per l'azienda se non trovi la risposta contattaci Azienda, cosa fare in caso di conflitto tra figlio procuratore ed l’amministratore di sostegno? Sono incompatibili? Sì, l'amministratore di sostegno e un figlio che prima della nomina aveva una procura generale dal genitore possono andare in conflitto. anzi, è una situazione piuttosto comune. La procura generale è un atto con cui una persona (il mandante, in questo caso il genitore) conferisce a un'altra persona (il procuratore, il figlio) il potere di compiere atti giuridici in suo nome e per suo conto, relativamente a tutti i suoi affari o a una categoria di essi. La procura si basa su un rapporto di fiducia e presuppone la piena capacità di intendere e di volere del mandante al momento del conferimento. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato Mentre l'amministrazione di sostegno è una misura di protezione giuridica prevista dall'ordinamento italiano (Legge 6/2004) per le persone che, per effetto di una infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. Lo scopo è quello di fornire alla persona un supporto flessibile e personalizzato, che limiti la sua capacità di agire il meno possibile, nel rispetto della sua dignità e delle sue preferenze. L'amministratore di sostegno è nominato dal Giudice Tutelare, che ne definisce i poteri e i doveri. Azienda la gestione contesa tra figlio e amministratore di sostegno Rapporto e Conflitto tra il Procuratore Generale e L'amministratore di Sostegno Il punto cruciale è la capacità di intendere e di volere del genitore. Quando il genitore era pienamente capace al momento del conferimento della procura: La procura era valida. Tuttavia, con la successiva nomina dell'amministratore di sostegno, la situazione cambia. Assistiamo ad una prevalenza dell'Amministrazione di Sostegno: La giurisprudenza prevalente (e anche la Cassazione, con recenti pronunce come l'ordinanza n. 16052 del 10 giugno 2024) tende a ritenere che la nomina dell'amministratore di sostegno faccia venire meno gli effetti della procura generale preesistente, almeno per gli atti rientranti nelle competenze attribuite all'amministratore di sostegno dal decreto del Giudice Tutelare. Segui la pagina sui social e rimani aggiornato La procura si fonda sulla piena capacità del mandante. Se in seguito viene accertata una menomazione che rende necessaria l'amministrazione di sostegno, viene meno il presupposto della piena capacità che giustificava la procura. Inoltre, l'amministrazione di sostegno è una misura di protezione superiore e più incisiva, sottoposta al controllo del Giudice Tutelare, che mira a tutelare gli interessi della persona fragile nel modo più opportuno. La norma di riferimento è l'art. 1722 c.c.: Sebbene l'articolo 1722 del Codice Civile preveda l'estinzione del mandato (e quindi della procura) in caso di interdizione o inabilitazione del mandante, la giurisprudenza estende questo principio anche all'amministrazione di sostegno, soprattutto in virtù dell'art. 411 c.c. che permette di applicare al beneficiario le norme relative a interdetti/inabilitati qualora il Giudice Tutelare lo ritenga necessario. Il conflitto può sorgere per diversi motivi: Diverse visioni sulla gestione del patrimonio: Il figlio (ex procuratore) potrebbe avere idee diverse dall'amministratore di sostegno su come gestire i beni del genitore. Interessi personali: Il figlio potrebbe avere interessi propri che possono entrare in contrasto con gli interessi del genitore, cosa che l'amministratore di sostegno, in quanto "terzo" (anche se può essere un familiare, deve agire nell'esclusivo interesse del beneficiario e sotto il controllo del Giudice), è tenuto a prevenire. Il Giudice Tutelare valuta attentamente eventuali conflitti di interesse , e in presenza di un conflitto familiare significativo, può nominare un amministratore di sostegno esterno al nucleo familiare. Mancanza di comunicazione o collaborazione: Difficoltà nel coordinamento tra le due figure, soprattutto se il figlio si sente scavalcato o non riconosciuto nel suo ruolo precedente. Ambiti di intervento: Anche se la procura decade per le materie rientranti nell'amministrazione di sostegno, potrebbero esserci aree non specificate nel decreto del Giudice Tutelare che il figlio potrebbe ritenere ancora di sua competenza in virtù della procura. Ma cosa fare in caso di conflitto? In caso di conflitto, la via da seguire è quella di rivolgersi al Giudice Tutelare . Il Giudice Tutelare è l'organo preposto a vigilare sull'operato dell'amministratore di sostegno e a risolvere le eventuali controversie che possono sorgere, sempre nell'ottica del superiore interesse del beneficiario, come previsto nel procedimento delineato dall'art. 407 del codice civile. In conclusione, possiamo la nomina dell'amministratore di sostegno prevale sulla procura generale preesistente per gli atti che rientrano nella sfera di competenza dell'amministratore. Questo è finalizzato a garantire la massima tutela e protezione del genitore che non è più in grado di provvedere ai propri interessi autonomamente. Sarà quindi necessario verificare quale sia l'ampiezza dei poteri dell'amministratore di sostegno ed individuare le aree di conflitto tra i poteri del procuratore e quelli dell'amministratore. Leggi il blog e rimani aggiornato Studio Legale Angelini Lucarelli Assistenza ad Aziende ed Imprese Avv. Aldo Lucarelli

  • Totem e decreto Balduzzi incostituzionale la legge ma che fine fanno le sanzioni?

    La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 104, depositata il 10 luglio 2025 e pubblicata il 16 luglio 2025, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell' articolo 7, comma 3-quater, del cosiddetto "decreto Balduzzi"  (Decreto Legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito con modificazioni nella Legge 8 novembre 2012, n. 189). La sentenza stabilisce che è illegittimo il divieto assoluto di mettere a disposizione, presso qualsiasi pubblico esercizio, apparecchiature che consentano di giocare sulle piattaforme online . Segui la pagina on line La Corte Costituzionale con la sentenza del 10 Luglio 2025 ha posto fine ad una era di sanzioni amministrative fino a 20.000 euro per l'uso indistinto di qualsiasi apparecchiatura per gioco on line nei Bar Circoli e locali pubblici senza distinzione tra uso occasionale, accesso a piattaforme o accesso tramite Totem dedicati o PC o smartphone. E' stato quindi dichiarato illegittimo il divieto indiscriminato e con esso la sanzione amministrativa connessa che arrivava a 20.000 euro. Ora rimane un "momentaneo" vuoto legislativo, la domanda è cosa accade alle sanzioni irrogate sulla base del decreto Balduzzi? Per rispondere è necessario dividere le sanzioni in amministrative e penali. Ed infatti allorquando una norma viene dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, essa cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Gli effetti di questa dichiarazione sono generalmente retroattivi (ex tunc) , il che significa che la norma è considerata invalida fin dalla sua origine, come se non fosse mai esistita. Tuttavia, esistono delle limitazioni a questa retroattività, in particolare per quanto riguarda i "rapporti esauriti" o le situazioni coperte da "giudicato". Vediamo cosa accade alle sanzioni amministrative già pagate: Sanzioni amministrative (non penali): Rapporti non esauriti:  Se la sanzione è stata irrogata ma non ancora pagata, o se è ancora in corso un procedimento amministrativo o giurisdizionale, la dichiarazione di incostituzionalità travolge la sanzione. In questi casi, la sanzione non deve più essere pagata e, se è stato iniziato un ricorso, il giudice dovrà tener conto della pronuncia della Corte Costituzionale. Leggi il blog e trova il tuo caso Rapporti esauriti (sanzione già pagata e non più impugnabile):  Per le sanzioni amministrative, la regola generale è che la dichiarazione di incostituzionalità non consente di richiedere il rimborso di quanto già pagato se il rapporto si è "esaurito". Quando si considera esaurito un rapporto? Un rapporto si considera esaurito quando è intervenuto un giudicato, un atto amministrativo è diventato definitivo (ad esempio, per mancata impugnazione nei termini), o sono decorsi i termini di prescrizione o decadenza per richiedere il rimborso. In pratica, se la sanzione è stata pagata senza contestazione o se la contestazione non ha avuto successo e il provvedimento è diventato definitivo, il pagamento è considerato definitivo. Da qui nasce l'esigenza di impugnazione degli atti amministrativi proprio per evitare che si "consolidino" Quindi per sanzioni amministrative ordinarie:  non si ha diritto al rimborso se la sanzione è stata pagata e il rapporto è "esaurito" (es. per mancata impugnazione o formazione di giudicato). Mentre per le sanzioni amministrative "sostanzialmente penali" come identificate dalla Cedu la dichiarazione di incostituzionalità può consentire la cessazione degli effetti e, in alcuni casi, la possibilità di ottenere il rimborso, anche se la sanzione era già stata pagata o era divenuta definitiva, in quanto prevalgono i principi di legalità e retroattività della legge più favorevole in materia penale. Contattaci per ogni esigenza Stabilire se una sanzione sia amministrativa semplice o amministrativa sostanzialmente penale è compito del legislatore e del giudice, si può solo dire che le "sostanzialmente penali" sono sanzioni "afflittive" con caratteri di natura penale. Molto interessante sarà quindi l'applicazione pratica della sentenza della Corte Costituzionale alle migliaia di cause pendenti avverso le sanzioni imposte negli ultimi anni per il recupero della sanzione che ad oggi sembra non più dovuta , con buona pace dei rapporti esauriti, ove solo una qualificazione come "sostanzialmente penale" potrebbe portare al risultato di una ipotetica - ma improbabile - restituzione delle somme pagate. Studio Legale Angelini Lucarelli Avv. Aldo Lucarelli

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gli articoli del blog non costituiscono consulenza sono casi di scuola ad uso studio di carattere generale e non prescindono dalla necessità di un parere specifico su caso concreto.

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